Il pesce e la pesca nell’arcipelago

Le Tremiti sono sapori mediterranei e tramonti , bagni di mare, passeggiate lungo antichi borghi dall’aspetto medievale, e immersioni subacquee dove si scenderà in acqua immergendosi sopra ampi ventagli di gorgonie rosse, tra sciami di salpe e sciarrani.

La spiaggia di molte coste di queste isole, è fatta di sabbia e rocce, i pesci circondano i bagnanti e il mare, cristallino e pescoso, è molto amato dai sub che qui trovano una ricca fauna acquatica ove si potrà vedere la castagnola (Chromis chromis), qualche cavalluccio marino, cernie lunghe fino a 1 metro e rane pescatrici. Dove la profondità risulterà minore e il fondale roccioso, si potranno ammirare lo scorfano rosso e le aggressive murene, oltre ai famosissimi polpi.

Tra le scogliere di granito dalle forme suggestive, la donzella nuota tranquillamente tra le seppie, e una ricca vegetazione marina, tra cui i rivestimenti di spugna, preservati grazie alla riserva naturale detta “Isole tremiti”, un parco marino istituito dal Ministero dell’Ambiente fin dal 1989. Il parco è diviso in zone: nella ZONA “A” di riserva integrale (limitata all’isola di Pianosa, e delimitata da apposite boe a mare) sono vietate la pesca, sia professionale che sportiva con qualunque mezzo e anche la caccia, la cattura, e la raccolta di specie animali o vegetali.
Nella ZONA “B” di riserva generale (che comprende la parte costiera dell’isola di Caprara, da Cala Sorrentino allo scoglio Caciocavallo e, per l’isola di S. Domino, l’area compresa tra il faro di Punta Provvidenza e Punta Secca, all’interno di una linea ideale di confine) sono vietate qualsiasi forma di pesca o di prelievo da parte dei subacquei.
Infine nella ZONA “C” di riserva parziale (che comprende il residuo tratto di mare circondante l’isola di S. Domino e l’isola di Caprara e quello circondante l’isola di S. Nicola) è ammessa qualsiasi forma di pesca sportiva.

Nei mari delle isole Tremiti, le emozioni scorrono veloci e il tempo sembra non finire mai, tra anemoni di mare, i cosiddetti falsi coralli, e i gigli di mare. Numerose sono anche varie alghe, tra cui si ricordano Acetabularia acetabulum, Palla marina e Posidonia oceanica, frutti particolari di una terra generosa e di un mare pescoso.

Immergendosi nelle acque delle Tremiti, si potrà trovare anche qualche relitto subacqueo, e così un tranquillo pomeriggio al mare si potrà trasformare in un percorso subacqueo con le bombole o in apnea, affascinati alla scoperta di reperti archeologici. Essi sono un concentrato di vita assolutamente eccezionale, perché a ll’interno delle lamiere si rifugiano cernie, gronghi, corvine, saraghi, mentre tutto intorno nuotano dentici, leccie e dotti. E impugnando fucili dotati di arpione e mulinello, si potranno catturare tutti quei pesci che amano scorrazzare nei pressi dei relitti.
Nelle acque circostanti l’arcipelago a San Domino, a circa 10 metri di profondità vi sono i resti in ferro del relitto detto “Del Vapore” che giace immobile tra ricci di mare e aragoste.
Interessanti sono i resti di un aereo della seconda guerra mondiale rinvenuti nel giugno del 2008 durante la ricerca di punti di ancoraggio per le navi, e ciò che rende questo relitto affascinante è la presenza di spugne ed alghe in ogni centimetro dello scafo.
A Pianosa (zona di riserva integrale) si trova un peschereccio affondato attorno alla cinquantina di metri di profondità, oggi colonizzato dalle alghe. In prossimità di questo relitto e nei suoi interni, ci si imbatte facilmente in una delle numerosissime murene qui nascoste.

Nell’estate del 1981 si è esplorato per la prima volta il relitto romano detto “delle tre senghe” (fessure), risalente al I secolo a.C. situato sul fondo a 25 metri, nella costa meridionale dell’isola di San Domino, da cui si sono recuperate 150 delle 900 anfore che trasportava. Intorno al relitto è pieno di murene, cernie e pesci di taglia più piccola.